Tantissime volte, negli anni scorsi, mi è capitato di dire che "in mare non si può che esser se stessi, con le proprie paure e le proprie sicurezze, non si può mentire". Leggendo un libro di Bjorn Larsson sono felice di aver constatato di non esser l'unico a pesarla così.
"Il mare è uno specchio perché riflette fedelmente la nostra immagine. In mare non vale la pena di fingere o salvare le apparenze. Finzione e millanteria sono presto punite. Conrad parla dei suoi anni in mare come di <<quel genere di esperienza che insegna a poco a poco all'uomo a vedere e sentire>>. Per i terraioli, si sa, il mare è sopratutto uno spazio di sogno e di miti. E' simbolo quasi parodistico della libertà e della partenza verso esotici lidi. Per il marinaio, invece, il mare è un luogo che più concreto di così non potrebbe essere, un luogo di lavoro dove l'errore di giudizio, la negligenza e la leggerezza hanno la loro immediata punizione."
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